Una canzone che fa pensare_di Edoardo Scarpetta

“People say I’m the life of the party Because I tell a joke or two ,Although I might be laughing loud and hearty, Deep inside I’m blue So take a good look at my face.
You’ll see my smile looks out of place .If you look closer, it’s easy to trace
The tracks of my tears.
I need you, need you” (Smokey Robinson, Pete Moore e e Marv Tarplin )
Trad.: “La gente dice che io sono la vita del party , perche’ dico una stupidata o due … Sebbene io possa ridere forte e di cuore , dentro di me sono depresso , sono giù . Cosi’ guarda bene la mia faccia, tu troverai il mio sorriso apparire fuori luogo. Se guardi da più vicino , e’ facile tracciare il segno delle mie lacrime .Ho bisogno di te , ho bisogno di te“.
L’altro giorno stavo ascoltando la radio, cosa che non mi capita spesso, e in sottofondo ascoltavo una vecchia canzone Track of My Tears di Smokey Robinson. A volte solo la musica sa suggerirti alcune riflessioni….
Ma non voglio parlarvi di musica ma di quello che le parole che ho riportato in inglese mi suggeriscono e che ho cercato di tradurre in italiano, perdonatemi se ho fatto qualche errore … cioè il tema della depressione, mai così attuale e spesso relegato a malattia di serie b ma che invece incide sulla vita di tutti i giorni per molte persone.
Oggi più che mai, soprattutto in epoca di Covid, colpisce tutti, proprio tutti.
È molto democratica… giovani, anziani, professionisti, disoccupati, impiegati, ricchi, poveri…colpisce in modo silenzioso, con uno stillicidio giornaliero, quotidiano… si insinua nell’io, cambiandoci da dentro, creando un vero e proprio malessere del vivere. Crea un senso di vergogna, anche se si nutre dell’indifferenza degli altri.Tutto diventa grigio, monocolore o peggio inconlore… tutto assume uniformità, senza via di uscita .
La depressione genera anche molti artisti improvvisati che interpretano un ruolo diverso nel teatro della vita , perché il depresso talvolta finge di essere felice, sorride, si pone al centro dell’attenzione, come dice la canzone ….e allora mi torna alla mente anche la filosofia della maschera di Pirandello che ognuno di noi, il più delle volte. indossa per apparire diversi da quello che si è.
Fa notizia solo quando colpisce dei Vip come fu per Vittorio Gassman e per Robin Williams…. Ma colpisce quasi il 15% della popolazione europea. In Italia ci attestiamo all’11% circa . Non sono uno statistico e quindi non entro direttamente nei dati.
Non sono uno psicologo e non voglio dare quindi consigli a nessuno ma è fuor di dubbio che si cura solo con cure specifiche.. quindi non bisogna vergognarsi della malattia ne’ a livello personale ne’ a livello familiare… come tutte le malattie occorre tempestività nell’adozione di forme dirette di intervento… Accorgersi o rendersi consapevoli non è facile perché l’uomo di solito si illude e maschera bene la sua soffrenza…ma talvolta il coraggio e’ anche dichiararsi malato e accettare cure e attenzioni che errati stereotipi hanno da sempre relegato nell’armadio delle cose da nascondere
Non sono neanche un sociologo ma e’ sicuramente importante comprendere le possibili anomalie sociali che possono determinare il “male oscuro”, un male oscuro che il preconcetto , l’ignoranza . l’indifferenza e l’egoismo possono solo acuire e far peggiorare .
Quindi come dice la canzone, se guardi e ascolti bene chi ti sta vicino puoi capire forse che la sua vita non e’ o non e’ stata facile, puoi comprendere disagi sociali e umani ben celati , puoi veramente capire chi hai di fronte e talvolta prevenire una rapida discesa nei tentacoli di una malattia subdola e inesorabile e puoi vedere le lacrime invisibili sul suo volto
In un’epoca che ci sta “isolando”, che ci sta obbligando a una sopravvivenza asociale, dove il mondo si restringe fisicamente e si allarga virtualmente , dove le emozioni fanno fatica a battere l’indifferenza perché così si hanno egoisticamente meno problemi, dobbiamo invece cercare di comprendere e anticipare il bisogno di aiuto e di sostegno…sarebbe veramente una gran cosa, proprio ora che il Covid ha creato nuove cause per la depressione, nuove solitudini , nuove sofferenze. Rendiamo la vita più sostenibile
Sostenibilità non e’ solo un vocabolo che richiama una nuova filosofia economica ma è il vocabolo che ci può consentire di attivare i reattori dell’anima per costruire una società migliore, per vivere tutti un po’ meglio
Un vecchio detto di guerra Irlandese diceva “a ognuno il suo”, ma possiamo ipotizzare un mondo che arrivi ad affermare una frase di pace come “a ognuno il nostro?”, inteso come condivisione dei problemi dell’altro.
Credo che spetti solo a noi !
Caro Edoardo, ti faccio i miei complimenti per questo bellissimo pezzo che hai condiviso grazie a Il Cagliaritano. Ti ringrazio, inoltre, perchè è un pezzo autentico, in cui hai fatto emergere la profondità di cui sei capace.
A presto
giuseppe
Grazie a te,, Giuseppe. Il tuo commento positivo mi onora
Grazie Edoardo sono delle parole meravigliose, sensibilità e umanità cose che non si trovano facilmente oggi. Io credo che la depressione al giorno d’oggi sia una compagnia, a cui ci dobbiamo abituare , non si può curare con farmaci chimici, un sentimento, si rischia di fare la fine di un moderno Dulcamara, di Donizettiana memoria, la nostra vita è sottoposta a una lunga serie di prove, non sempre logiche, molto spesso drammatiche , e ingiuste, . La crisi economica ha causato il suicidio di milioni di imprenditori, e la vedovanza milioni di donne e uomini non più giovani. La distribuzione sistematica delle certezze di una casa di una famiglia hanno portato, ed un’ecatombe, l’insoddisfazione psicologiaca e sociale tipica del nord Europa che sfociava in depressione grave ha lasciato il posto a problemi esistenziali di natura ben più concreta e pesante , non sempre una parola amica guarisce, ma di certo aiuta, il mondo intero deve rivedere la società e i suoi meccanismi, “”l’uomo da solo non si basta””…. Daniele Aquilottii
Sei un uomo di cultura. Grazie