Esclusiva/Tossilo: ecco i documenti sulla guerra dei rifiuti_di Luca Neri

Un termovalorizzatore pronto – e non certo da ieri – e ancora non in funzione, tra scelte quantomeno discutibili ed opportunità di crescita che vengono accolte col singhiozzo. È la vicenda che ha coinvolto la Tossilo SPA e il suo amministratore, l’ingegnere Antonio Delitala, che ha dovuto sospendere ogni attività in seguito alla nota ricevuta dal commissario liquidatore del consorzio di Chilivani e di quello di Macomer e vicepresidente della Chilivani Ambiente SPA Franco Figus.
Una chance – sin’ora – sprecata, perché il termovalorizzatore, oltre che inquinare decisamente meno rispetto ai tradizionali inceneritori, è in grado di fornire il corrispettivo dell’energia elettrica destinato a circa 10 mila famiglie. Non solo, perché oltre al lucro cessante, c’è un danno emergente derivante dai costi (tutt’altro che esigui) sostenuti per la realizzazione. Si parla di ben 42 milioni di euro di denaro pubblico, per una costruzione avvenuta in circa cinque anni, e conclusasi già da un anno e mezzo. Diciotto mesi di stallo che ora rischiano di diventare una beffa per la Tossilo SPA, l’unica società in grado di portare avanti l’attività del termovalorizzatore: il prossimo 31 dicembre, la società cesserà la sua vita legale, e andrebbe così a perdere la possibilità di intervenire direttamente.
Ciononostante, giovedì la Tossilo SPA presenterà una relazione positiva all’assessorato all’industria, nella speranza di sbloccare una situazione che rischia di diventare annosa. Oltre che dannosa.
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