La donna di Bukovski_di Attilio Gatto

C’è una poesia di Bukovski che ho sentito – splendidamente detta – da un amico attore. Ma l’ho persa, non l’ho più rintracciata, né in un libro né nelle pagine virtuali. E forse è meglio così. Perché un viso mi si è impresso nella memoria, un viso irregolare come l’angolazione scelta dal poeta, la parte per il tutto.
E infatti Bukovski – cito da una frase che mi volteggia sulla testa come la nuvola di Fantozzi – descrive una specie di donna cubista: un occhio. mezza bocca, naso appena accennato. Un viso sfuggente che sono andato a cercare sul web, dove ho trovato il disegno qui sopra e l’ho copiato con pennarelli trovati nello studio di mia moglie.
Ne è venuto fuori il disegno di un principiante, che però ha dato forma alla memoria di quel viso. Dietro una piuma azzurra, una curva per l’occhio, due punti per il naso e un colore – il rosso – per le labbra. Una donna sfuggente, irregolare, imprendibile, come i versi dei poeti.