Nicola Dibitonto, l’ex portiere del Cagliari festeggia la promozione in Serie A con il Monza_di Fabio Salis

Pugliese di Barletta, ma con la maglia del Cagliari e la Sardegna sempre impresse indelebilmente nell’anima: Nicola Dibitonto ha militato in rossoblù nel massimo campionato fra il 1990 e il 1995, giocando nove partite, coincise con un periodo d’oro della storia del club, e ora ha finalmente ritrovato la Serie A nel ruolo di allenatore dei portieri del Monza.
In quello che rappresenta un traguardo storico per la società lombarda, abile a centrare per la prima volta nella sua storia la promozione nel massimo campionato, il merito della cavalcata dei biancorossi va anche all’ex estremo difensore rossoblù, che ha iniziato la carriera di allenatore dei portieri nel 2007 tra le fila dell’Andria BAT, per poi proseguire sempre in Puglia nel Barletta e nel Foggia, per poi arrivare nel 2021 proprio a Monza, dove ha seguito il tecnico Giovanni Stroppa, assieme al quale ha lavorato con i rossoneri pugliesi.
La ricetta del successo del Monza, che ha vinto la finale playoff contro il Pisa, è stata il lavoro di tutto il gruppo, ma anche l’esperienza e la solidità della proprietà, con due figure chiave come quelle di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani.
“Aver conquistato questa promozione rappresenta per me un’emozione indescrivibile. Per vincere ci vuole un connubio con caratteristiche uniche. Sicuramente una forte società alle spalle, un ottimo gruppo di lavoro e soprattutto una rosa ampia di calciatori.
Noi tra l’altro ci siamo distinti, perché siamo stati la squadra che ha segnato più gol con calciatori subentranti e questo ci ha permesso di vincere più partite. Il calcio può regalare sempre sorprese, ma ci auguriamo di poter fare bene anche nella prossima stagione in Serie A. Il lavoro sarà un fattore fondamentale, qualsiasi giocatore arriverà.”

Quello del portiere è un ruolo particolare che richiede una specifica preparazione e tanto sacrificio. Di Gregorio è stato uno dei grandi protagonisti della promozione.
“Innanzitutto per un portiere è fondamentale adeguarsi alla categoria. In questa stagione Di Gregorio è stato tra i portieri migliori e più continui di rendimento. Il prossimo anno sarà un esordiente e il mio auspicio per lui è che possa mantenere lo stesso atteggiamento visto nell’ultimo campionato.”
Hai ritrovato la Serie A, che mancava dai tempi di Cagliari. Proprio dei tuoi anni in Sardegna conservi un ottimo ricordo e tanti momenti di gioia, vissuti insieme ai tuoi compagni di squadra e ai tifosi.
“Quelli dal 1990 al 1995 sono stati cinque anni magnifici, con il ricordo indelebile della qualificazione in Coppa Uefa. Abbiamo scritto la storia e questa resterà per sempre impressa nella nostra mente. Abbiamo ancora una chat con quasi tutti i compagni di squadra di quegli anni. Un grande gruppo sia in campo che fuori.
Mi ricordo in particolare di Lulù Oliveira, che è diventato a tutti gli effetti un sardo acquisito, anche con una cadenza sarda quando parla. In campo è stato un super campione a cui abbina grandi qualità dal punto di vista umano. Spesso capitava che gli toccavamo i capelli per scherzo e scappavamo perché lui si arrabbiava.
L’ospitalità e la disponibilità che ho trovato dalla gente sarda non l’ho trovata da nessun’altra parte in Italia. Quando andai via era come se fossi ancora uno di loro e venne tantissima gente a salutarmi.”
A Cagliari hai avuto la fortuna di avere grandissimi allenatori. Solo per fare alcuni nomi, Claudio Ranieri, Carlo Mazzone, Bruno Giorgi, Oscar Washington Tabarez.
“Anche se ho giocato poche partite, ho lavorato con allenatori tutti davvero straordinari. Dalla pacatezza di Claudio Ranieri, al “vulcano” Mazzone, ma ho uno splendido ricordo anche di Gigi Radice, Giorgi e Tabarez. Davvero impossibile sceglierne soltanto uno. Ci terrei ad elogiare anche i miei preparatori, Sergio Bertola, cagliaritano doc e persona meravigliosa, e Adriano Bardin, che arrivò con Bruno Giorgi e ha fatto anche carriera in Nazionale.”
Se da una parte il Monza ha conquistato la Serie A, dall’altra il Cagliari l’ha persa. La stagione dei rossoblù è stata particolarmente travagliata e ricca di difficoltà e ora il club di Giulini dovrà passare nuovamente attraverso il “Purgatorio” della B.
“È davvero difficile trovare una spiegazione a questa retrocessione, perché l’unico modo per capire è vivere la situazione dall’interno dello spogliatoio. Si è trattato di un campionato dall’esito per nulla scontato, con tante avversità, e nonostante tutto la squadra ha avuto possibilità fino all’ultimo. Al di là di tutto, i portieri sono stati il punto forte di questa squadra: Cragno ha fatto un campionato meraviglioso e Radunovic quando è stato chiamato in causa si è comportato molto bene.
Il prossimo anno in Serie B ci saranno diverse piazze e squadre di prestigio, con proprietà straniere ricche alle spalle. Mi vengono in mente per esempio Parma, con una proprietà americana, lo stesso Venezia, ma anche il Genoa, il Bari, il Frosinone e una delle due che salirà fra Palermo e Padova. Si preannuncia un campionato molto impegnativo e avvincente, come è stato quello di quest’anno.”