Maggio 27, 2023

Camilla_di Attilio Gatto

Sono una grande attrice. Me lo hanno ripetuto per tutta la vita. Per tutta la carriera. E, ora che sono al canto del cigno, me lo dico io. Gli altri sono scomparsi. Volatilizzati. Eppure fino a ieri m’incensavano:” Camilla, non hai rivali. Camilla, per te il tempo non passa”. È passato. È lontana l’era in cui cominciai, tra le girls di Wanda Osiris. Era appena finita la guerra. Avevo 14 anni. E tanti grilli per la testa.

Si respirava aria di libertà e sul palco la Wandissima le dava voce. Io ballavo, cantavo, recitavo. Facevo tutto quello che oggi è diventato così raro. Il teatro di rivista aveva dalla sua parte il pubblico e fior fior di estimatori. Nostri compagni di strada erano intellettuali, romanzieri, poeti, gente del cinema. È a quella scuola che mi abbeverai. È tra loro che incontrai il mio primo amore, un giovanissimo geniale architetto che s’ispirava ai progetti del grande futurista Sant’ Elia.

La nostra relazione durò – come si dice – lo spazio d’un mattino. Ma fu lui a darmi il consiglio giusto:”Tu sei brava. Studia.” Deciso. Andai all’Accademia d’arte drammatica. Ma non la terminai. Troppi registi mi richiesero. Troppi classici e nuove commedie mi attendevano. Io ho scelto e interpretato il teatro filtrando l’insegnamento dei grandi nelle corde della mia sensibilità e della mia voce. Niente letture imbalsamate. Niente scuole inamidate. Solo tutta me stessa. Tenendo presenti sempre, con tutta umiltà, non con servilismo, i miei colleghi e maestri.

Ho girato l’Italia. Ho percorso in lungo e in largo il pianeta. Ho raccolto gli applausi di milioni di spettatori, che morivano per un mio gesto plateale, per un palpito della mia voce. Tutto un attimo sopra o un’inezia sotto la confusione tra teatro e vita. Ho cercato di costruire figure sincere, capaci di creare rapporti veri. Mai mi piegai al naturalismo, sempre alla realtà e alla distorsione sublime che le conferisce l’arte.

Ho girato il mondo ed ora eccomi qua al capolinea. Sono giunta alla serata d’addio. Sono sul palco. Sbircio oltre il sipario chiuso. Non c’è nessuno. Nessuno vuol vedere il commiato della grande attrice. Anzi uno. Un uomo d’altri tempi. Viene dal passato. Chi è? È quel giovane architetto che suggerì a me, a una ragazzina chiamata Camilla di studiare, intuendone la sfolgorante carriera. Sto recitando solo per lui.

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