In Regione è già campagna elettorale_di Giorgio Giagu

Le elezioni politiche hanno praticamente aperto la campagna elettorale per le regionali sarde. Del resto, si è appena votato in Sicilia dove il centro destra rischiava di farsi del male dopo aver forzato le dimissioni di Musumeci (e per sua fortuna ce l’ha fatta Schifani) e molto probabilmente a febbraio si voterà nel Lazio, dove si è sperimentata con alterne fortune l’alleanza Pd-5Stelle, ora appesa a decisioni che (chissà) la potrebbero replicare ed estendere a livello nazionale.
In Sardegna c’è da affrontare situazioni specifiche piuttosto complesse in un tempo relativamente breve. La prima, anche se la legge elettorale con le preferenze avvicina candidati ed elettori, riguarda l’astensionismo che nell’Isola è stato enorme ed ha toccato tutta la politica, anche la destra di Fratelli d’Italia che pure ha fatto un ottimo risultato ed il movimento antisistema dei 5Stelle, protagonista di un successo in parte inaspettato. Messi in file, i dati dimostrano al di là delle leggi elettorali, che se non c’è una proposta politica convincente e concreta le persone non trovano motivi per andare a votare.
La seconda è tutta politica. Il rimpasto che il governatore Solinas ha più volte annunciato e poi sempre rinviato a tempi migliori giocando in orizzontale senza avvicinarsi alle scelte di fondo, ora non si può più rinviare perché bisogna sostituire il dimissionario Todde ai Trasporti e il fratelli sta Lampis all’Ambiente. Ma, nel frattempo, è cambiato il mondo. Il baricentro della coalizione Lega-Psd’Az si è molto indebolito ed i numeri nell’Aula di via Roma non bastano a renderlo più solido in un contesto che, già prima del 25 settembre, non brillava per stabilità ed efficienza. Per cui è lecito aspettarsi un confronto interno alla maggioranza non limitato a poche sostituzioni chirurgiche (esce tizio, entra caio) ma allargato a tutto il sistema regionale, nell’ottica di un progetto complessivo di rilancio del quale il centro destra sardo ha mostrato di avere molto bisogno.
Da questo punto di vista, Solinas non sembra avere in mano molte carte buone da giocare. Quando è sceso in campo in prima persona per elezioni amministrative di un certo peso le cose non sono andate troppo bene. Anzi, male a Quartu e con un salvataggio in zona Cesarini ad Oristano. I suoi uomini sul territorio hanno il fiato corto e le politiche hanno accentuato questo problema, determinando anche la scomparsa di una rappresentanza parlamentare sardista che, a suo tempo, era stata indicata come una delle ragioni più importanti per l’alleanza con la Lega. Per quanto riguarda il suo partito, infine, del quale è ancora statutariamente il capo, dovrà pure trovare il modo di toglierlo dal congelatore se vuole proporlo ai sardi con qualche possibilità di successo. Alla fine della legislatura manca un annetto ma, in politica, può corrispondere a molto meno, A parte il meteo che, dal poco nuvoloso, può girare a burrasca in un attimo.