Settembre 28, 2023

La sanità ripartirà dagli ultimi?_di Tarcisio Agus

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La notizia della conclusione del primo master sulle cure palliative fa ben sperare per una rinascita  della sanità sarda,  partendo dagli ultimi.

Le cure palliative hanno avuto in Sardegna una esperienza altamente positiva che non ha avuto la giusta attenzione, perché dopo l’ Hospice  dell’ospedale “Businco” di Cagliari e del “San Francesco” di Nuoro, a Guspini sorse un nuovo Hospice che funzionò due anni.  I tre centri  posero le basi per la costituzione del primo embrione di rete, che oggi, l’assessore alla Sanità Carlo Doria, propone giustamente di mettere in atto.

Quell’ultima esperienza nata nel Centro di alta Riabilitazione “Santa Maria Assunta” a Guspini, vide la luce nel gennaio 2008, a dirigerlo venne chiamato il primario di anestesia e riabilitazione del vicino ospedale di San Gavino dott. Tonio Sollai, coadiuvato dai giovani medici Marco Lai e Cristiano  Deiana.  La struttura venne dotata di tutti i servizi:  gas medicali, tv, domotica, servizio in camera, bagno assistito e sala servizi, con cucina soggiorno per i familiari. Il centro si impose subito nello scenario sanitario regionale per la sua organizzazione e qualità: i pazienti ed i loro familiari seguivano l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici ed assistenziali, finalizzati a migliorare la qualità della vita, sia del malato in fase terminale che della famiglia. Per tale ragione le visite vennero consentite a tutte le ore del giorno e della notte, i famigliari potevano stazionare con il proprio congiunto tutto il tempo a loro disposizione. L’invito ai famigliari, ai quali veniva offerto ogni confort, compreso il secondo letto o poltrona in camera, era quello di essere presenti il più possibile, perché detentori del medicamento più importante e di cui la struttura e nessun ospedale poteva e può mai approvvigionarsi in farmacia, “affetto e amore”, in particolare nel difficile percorso  terminale di vita.

Pur nelle difficoltà la struttura di Guspini transitò nel 2010 sotto il governo della ASL n.6, che evidentemente non aveva compreso lo spirito e la innovazione del piccolo centro ospedaliero, tanto che dopo due anni lo chiuse.

Oggi la buona notizia di 33 nuovi medici specializzati nella cura delle malattie terminali possono ridar vigore alla funzionalità degli Hospice, da tempo marginali nella sanità regionale, compreso quello di Guspini che attende solo di essere rispolverato perché ancora attrezzato, così come lo l’asciò l’agenzia sanitaria n.6.

Investire in sanità oggi è più che mai economicamente vantaggioso e socialmente utile. L’economia finanziaria fu ampiamente sperimentata nel centro riabilitativo e presentata a suo tempo all’assessore regionale di turno. In 15 mesi il Centro “Santa Maria Assunta”, compresa la riabilitazione, contribuì a ridurre il costo della sanità regionale di 7.294.070 €, con prestazioni appropriate che produssero ulteriori economie di difficile quantificazione. Sono stati centinaia i casi trattati, una volta rientrati al proprio domicilio guariti e/o riabilitati, non hanno avuto bisogno di usufruire di ulteriori periodi di ricovero, in particolare nelle RSA, per tempi e con costi sociali e sanitari non definibili. Così è stato per le decine di malati terminali trasferiti dagli ospedali regionali, con costi di degenza allora stimati in oltre 1.000 euro al giorno, o sottratti all’assistenza domiciliare, con grande sollievo per le famiglie sia di tipo economico che sociale.

Avere cittadini in salute è una grande ricchezza per l’economia in generale, perché sani si produce di più e socialmente si vive meglio. Assistere ed aiutare i malati e le famiglie, nelle fasi terminali della vita, è l’inizio della civiltà.

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