Ottobre 7, 2024

La scienziata sarda Raffaella Mulas in fuga dall’Italia_ di Simonetta Columbu

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Lo scienziato non è l’uomo che fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande. (Claude Lévi-Strauss)

Soluzioni sbagliate, formule imprecise e intenzioni inefficaci. Forse il problema è a monte. Il problema sta nelle domande sbagliate, non nelle risposte. Raffaella, cosa ne pensi?

Strauss si riferiva alla scienza, e sono d’accordo con la sua frase. In matematica e nella vita, le cose sono un po’ diverse, perché domande e risposte sbagliate fanno parte del percorso. Sbagliando strada potresti ritrovarti sulla panoramica per Villasimius. A quel punto puoi goderti la vista.

Raffaella, ma nella vita credi sia più importante farsi delle domande o avere delle risposte?

Farsi domande.

Sei una Matematica, come è nata questa passione?

Due cose sono sempre state chiare per me, fin da bambina: sto meglio in acqua che fuori, e la matematica è la mia strada. Mi sono appassionata di tanti sport e tante materie, ma il nuoto e la matematica hanno sempre avuto il primo posto.

Dalla Sardegna a? Raccontaci qualcosa sul tuo percorso.

Ho frequentato la quarta superiore in Germania, tra Colonia e Bonn, ospite da una meravigliosa famiglia tedesca, e sono tornata in Sardegna per la quinta. Dopo la triennale a Udine, sono tornata a vivere dalla mia famiglia tedesca per due anni mentre ho frequentato la specialistica a Bonn. Nel 2020 ho conseguito il dottorato di ricerca al Max Planck Institute di Lipsia, e ho iniziato a lavorare come ricercatrice postdoc all’Alan Turing Institute di Londra. Dopo un anno ho un vinto una Minerva Fast-Track-Fellowship che mi ha permesso di tornare a Lipsia per guidare un mio gruppo di ricerca. Da marzo di quest’anno vivo ad Amsterdam, dove ho una posizione da docente e ricercatrice alla Vrije Universiteit. Ma ho tenuto un piede a Lipsia, dove continuo a seguire uno studente di dottorato e un ricercatore postdoc.

Qual è il matematico che più ammiri?

Da certi punti di vista, Paul Erdős (1913-1996), uno dei matematici più prolifici e sociali di tutti i tempi, che ha pubblicato più di 1.500 articoli con più di 500 collaboratori e che ha dato enormi contributi in tanti campi diversi della matematica. Tutti i suoi averi potevano entrare in una valigia e ha trascorso la maggior parte della sua vita viaggiando, mentre veniva ospitato dai suoi collaboratori in tutto il mondo. Era solito bussare a casa di un collaboratore, dicendo “La mia mente è aperta”. Poi rimaneva lì per alcuni giorni, mentre lavorava insieme al suo ospite, prima di passare al collaboratore successivo.

Razionalità o irrazionalità?

Nella mia testa entrambe, insieme, sempre.

Perché tanti ragazzi promettenti fuggono dall’Italia?

L’Italia ha università eccellenti, e quindi crea i talenti. Ma poi non ha abbastanza fondi e opportunità per tenerli.

In Italia ci sono le giuste opportunità per una giovane donna o uomo che voglia fare un bel percorso lavorativo?

Ti rispondo raccontandoti la mia esperienza. Un anno fa, prima di fare domanda per Amsterdam, stavo considerando anche la possibilità di tornare in Italia. Così ho fatto domanda a) per l’abilitazione nazionale per insegnare nelle università italiane, e b) per l’equipollenza dei titoli di studi. Mi hanno dato la prima, ma non la seconda. L’Italia non riconosce la mia laurea conseguita a Bonn (una delle università più importanti al mondo, per matematica) e il mio dottorato conseguito con la Max Planck Society (la società che, al mondo, ha il maggior numero di vincitori di premi Nobel). Nei Paesi Bassi, al contrario dell’Italia, viene rispettato l’accordo internazionale del Processo di Bologna. Qui tutti i miei titoli di studio vengono riconosciuti automaticamente, e mi hanno permesso di diventare docente universitaria a trent’anni.

Fede e scienza è possibile conciliarle?

Qualcuno ci riesce.

La verità è una?

In matematica? No. La matematica è un’opinione. Se cambi gli assiomi, cambia il punto di vista, e quindi cambia tutta la teoria. Ad esempio, alla domanda, “Quante volte si intersecano due rette parallele?” possiamo dare risposte diverse, a seconda della geometria che consideriamo.

Nella vita esistono le formule per far andare bene le cose? E quale potrebbe essere la formula per avere successo?

La mia formula per far andare bene le cose è prendere le occasioni quando si presentano, senza pensarci troppo. Il successo è far andare bene le cose, no?

Tre parole chiave nel tuo percorso.

Pisy, Zio e Dotti. Sono i nomi dei miei peluche che si spostano con me da una città all’altra. Tutto il resto, o quasi, è cambiato nel tempo.

Nel tuo viaggio, tutt’altro che convenzionale, hai raggiunto grandi obbiettivi che speriamo possano essere solo grandi punti di partenza. Cosa consiglieresti ad un giovane appassionato di matematica e scienza?

Grazie per questo bell’augurio, che ricambio. Cosa consiglio ai futuri matematici? Quando si intraprende un percorso difficile, è normale avere paura – basta non ascoltarla. 

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