Ottobre 7, 2024

Castello: il tempo e la memoria_di Antonello Angioni

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Per i cagliaritani il Castello rappresenta il luogo della memoria. Qui ogni pietra è carica di ricordi, di luci e di ombre, e richiama avvenimenti felici e drammatici, vicende tristi e gloriose che hanno contribuito alla formazione della peculiare identità (individuale e collettiva) dei suoi abitanti nell’incessante e talvolta non lineare scorrere del tempo.

Nei suoi spazi si condensano i ricordi, i sentimenti e la storia di tutta la città. Castello è dunque il quartier generale della nostra storia: di quella luminosa, con gli stendardi e le bandiere al vento, e di quella buia, degli agguati e dei tradimenti. E’ il luogo dove è ancora possibile sentire il rumore dei conquistatori e il silenzio della povera gente. Ma costituisce anche la culla dell’Identità regionale e della moderna idea autonomista sarda. Tra le sue mura è inoltre scritta una parte significativa della storia della Spagna e dell’Italia moderna.

La salvaguardia del Castello rappresenta dunque un fatto importante per una pluralità di ragioni. Non a caso l’opera di risanamento dell’antico quartiere, iniziata da qualche anno, mira a valorizzare – insieme all’immenso patrimonio artistico, storico e monumentale che custodisce – la comunità che in essa si esprime: quel tessuto umano cosi ricco di tradizioni e di cultura, quella trama così minuta e pur così fitta di interessi, di commerci e di scambi che rappresenta l’anima stessa della città storica.

Tanti vecchi palazzi restaurati, le reti dei sottoservizi rifatte a nuovo, le piazze e le chiese riscoperte. E, a fianco all’operosità dei privati, si registra l’impegno deciso deN’Amministrazione Comunale che ha recuperato prima il cosiddetto “Ghetto degli ebrei” e l’ex Teatro Civico di via Università, poi la Passeggiata Coperta e infine l’antico Palazzo di Città. Grazie a queste iniziative, il Castello vive un momento meravigliosamente aperto verso il possibile.

Oggi la città, per andare avanti, avverte sempre più l’impulso di curiosare nel suo passato, di frugare nella memoria per ricercare le radici. E i suoi giovani, per una strana magia, affollano il Castello e lo riempiono di tante iniziative. Qui puoi ancora trovare le cose consegnate ai ricordi o abbandonate ai sogni: i vetri dipinti a mano, le vecchie lampade, un negozio tutto di statuine di creta, un altro di giocattoli in legno, una vetrina di pizzi e merletti. Ma puoi imparare anche i ritmi del tango argentino, un ballo che in qualche misura richiama le eterne malinconie di questa città. Soprattutto nel Castello è possibile cogliere quel delicato rapporto tra ambiente, architettura e paesaggio urbano nel suo complesso.

Sono le strade, i vicoli, gli slarghi e i palazzi a creare la particolare atmosfera che solo qui ritrovi. Tra i suoi vicoli strettissimi si aprono improvvisi squarci di luce, piazzette con palazzi nobiliari e poi tante chiese cariche di storia, tutte da scoprire.

È un viaggio continuo sul filo della memoria e dell’emozione.

Fotografie di Maurizio Artizzu

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