Giugno 20, 2025

Arcuentu nel periodo medievale/II: i Giudicati (900-1400 d.C.)_di Tarcisio Agus

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confini-giudicato

Con l’espansione araba del mediterraneo (640-732) la Sardegna rimase isolata da Bisanzio. Dovendosi autodifendere lo fece attraverso lo iudex provincaeo archon, un capo supremo unico, con poteri militari e civili. Ma a causa delle continue scorrerie dei Berberi islamici lo iudex provincae demandò i suoi poteri a quattro luogotenenti delle meréie (regioni) di Calari, Turris, Arborea e Gallura, che intorno al 900 si resero indipendenti, stringendo alleanze, secondo convenienza, con le repubbliche marinare di Pisa e Genova.

Simbolo presente nella bandiera del Giudicato d’Arborea
Confini del Giudicato d’Arborea

Il castello Su Arcuentu

L’Arcuentu sarà uno dei primi castelli, se non il primo, ad essere eretto con quello di Marmilla. Dalla sua sommità si poteva tenere sotto controllo tutta la parte mediana del Giudicato, che prese il nome di Curatoria di “Bonorzuli”. La regione più estesa e ricca del giudicato, di cui facevano parte anche le nostre ville di Arbus, Gonos e Guspini. In particolare dall’Arcuentu si teneva sotto controllo il vasto territorio sino al fluminese, dove insisteva un ingente patrimonio boschivo e il filone minerario più importante del Giudicato.

Le prime alleanze

Nel 1131 reggeva il Giudicato Comita III de Lacon -Serra. Per soddisfare le sue tendenze espansionistiche nel logudoro chiese aiuto a Genova. In cambio cedeva una parte della risorsa boschiva e mineraria del Giudicato. “medietatem montium in quibus invenitur vena argenti in toto regno meo” (metà delle montagne in cui si trova una vena d’argento in tutto il mio regno). Non vi è dubbio che l’importante cessione riguardò il nostro patrimonio, ma non si fa cenno al castello d’Arcuentu.

Castello o borgo militare?

Più che castello, come siamo abituati ad immaginare, sulla cima dell’Arcuentu, fortificato naturalmente dalle asperità della montagna, probabilmente venne eretto un articolato insediamento per una guarnigione, con cisterne e una torre o garrita, sul fronte sud all’ingresso. Accessibile solo attraverso un irto sentiero, anticamente sbarrato da almeno due cancelli, in appena 400 metri si va da quota 426 m.s.l.m a quota 784, sede del presidio militare.

Rilevamenti dei resti del Castello
Rilevamenti della torre posta a sud del Castello
Cisterna
Cisterna

Prima traccia del Castello

Dell’esistenza del castello ne abbiamo certezza trenta anni dopo, quando il figlio di Comita III, Barisone I d’Arborea chiedeva ancora a Genova di intercedere con l’imperatore Federico Barbarossa perché lo incoronasse Re di Sardegna (rex Sardinie). Incoronazione avvenuta nella cattedrale di Pavia il 10 agosto 1164. In cambio, 16 settembre 1164, oltre a diversi pagamenti, Barisone I cedeva il diritto di commercio nel territorio del Giudicato, l’uso del porto di Oristano e i castelli di Arcuentu e Marmilla.

Il Castello in mano ai genovesi

I genovesi presero possesso del castello perché necessario per controllare i loro commerci sul mare di Sardegna, difenderli dai musulmani, che ancora minacciavano l’isola e dai pisani, allontanati dal Giudicato sulla base dell’accordo con Barisone I. Nel 1169, con la missione del console Ingone Tomello, il castello fu armato e rifornito.

Il riscatto di Barisone I

Barisone I non riuscì a onorare il debito con i genovesi, per cui venne tenuto in ostaggio e il regno d’Arborea fu

retto dalla consorte Agalbursa dal 1165 sino al 1172, anno della liberazione e del rientro in Sardegna di Barisone I. Agalbursa per il riscatto del marito dovette consegnare ai genovesi circa 672 kg di argento. Verosimilmente il prezioso metallo non poteva che ottenersi con le escavazioni dal filone Montevecchio – Ingurtosu e dal processo di raffinazione della galena attraverso i nostri abili maestri fonditori, presenti nelle nostre comunità.

Agalbursa

Conosceva bene il nostro territorio, sia perché ottenne in dote il vasto latifondo di Urradili o Orratile, a sud di Guspini. Ma l’intero territorio era parte integrante del patrimonio Giudicale (rennu), compresa una riserva di caccia in regione“Struvoniga”, presso i cantieri minerari di Piccalinna. Struva (luogo cespugliato) e (D)oniga (di proprietà del Giudice). Nelle giornate di caccia le ville vicine erano chiamate a collaborare. Arbus raggiungeva la località di caccia attraverso Sa bia de is arburesus, che intrecciava con Sa bia de sa mena, percorsa dai guspinesi. Era l’antica via utilizzata dalle due comunità per raggiungere i cantieri minerari di levante. Sa bia de is arburesus proseguiva sino alla villa di Santadi.

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