Arcuentu nel periodo medievale/III: Le chiese medievali_di Tarcisio Agus

Agalbursa durante il suo regno proseguì la politica paterna di edificare una chiesa in ogni domus o villa, in ossequio alle direttive di Gregorio VII per la sostituzione del monachesimo orientale.
Probabilmente fu opera di Agalbursa l’edificazione a Guspini della chiesa di Sant’Alessandro e l’edificazione ad Arbus di San Lussorio, nei rispettivi centri storici. Presumibilmente il santo martire Lussorio ad Arbus era già venerato in fase paleocristiana, lo richiama il ritrovamento di un frammento di lucerna con il crismon di una sigillata chiara africana del VI secolo d.C.
Nuova alleanza
Dopo la morte di Barisone I, nel 1184, si aprì un conflitto istituzionale per la reggenza del giudicato tra il figlio di primo letto Pietro I e Ugone I, nipote della regina vedova Agalbursa, sostenuto dai catalani venuti al suo seguito.
Per mantenere il trono Pietro I si alleò con i pisani, mentre Ugone I, attraverso la zia Agalbursa ed il re di Aragona manteneva legami con i genovesi.
Con la morte di Agalbursa, nel 1186, si rafforzava il potere di Pietro I, Ugone I era ancora minorenne. Pare in questo periodo che il castello d’Arcuentu e le miniere rientrarono nel pieno possesso del Regno di Arborea.
Nuova cessione del castello
Questa nuova alleanza con i pisani portò di fatto all’abbandono dell’Arcuentu come presidio militare. Pietro I, sempre in ossequio alle indicazioni del pontefice Gregorio VII, per riportare nel Giudicato il rito latino del cattolicesimo romano, concedeva nel 1188 all’ordine toscano dei vallombrosiani il maniero dell’Arcuentu, al centro dell’importante area già oggetto di monachesimo orientale.
San Michele de Monti Erculenti
Alcuni studiosi affermano che il monastero fosse già fiorente nel 1198, in quanto il San Michele de Monti Arculenti è menzionato in una bolla di Papa Innocenzo III, ubicato nella curadorìa di Bonorzuli. Altra bolla che certifica la presenza vallombrosana sulla montagna giudicale è quella del pontificie Onorio II del 1217.
A conferma della prosperità del cenobio, gli studiosi riportano la tassa di quattro Massamutinos auri e 10 lire alfonsini versati dal responsabile della “ecclesia San Micaelis de Monte Orculentu”, Dominu frate Silvestro nel 1342.
In copertina la chiesa di San Lussorio (Arbus)