Giugno 20, 2025

Il centro “Insieme per lo sviluppo” di Guspini_di Tarcisio Agus

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Il 14 maggio scorso i rappresentanti della Fondazione con il Sud, Gaia Renzi e Davide De Valeri, hanno effettuato un sopralluogo a Guspini per valutare lo stato d’avanzamento del progetto “Insieme per lo sviluppo e l’inclusione”, ormai in fase conclusiva e pronto ad affrontare il mare aperto del mercato.

Un progetto nato dall’idea delle associazioni del terzo settore di Arbus e Guspini, che, forti della propria memoria storica, hanno provato a sfidare alcuni aspetti di una società, protesa verso il profitto e che tende alle emarginazioni delle fasce deboli. Il concetto fondante del progetto, insito nello stesso titolo, è il determinato tentativo di dimostrare che un altro modo di fare impresa nella nostra società consumistica è possibile.

Facendo tesoro dell’esperienza umana dei nostri padri in ambito sociale e produttivo, le associazioni hanno dato vita a Tramas, un’impresa produttiva e sociale, presieduta dall’imprenditore e allevatore Martino Scanu, che rispecchia la tradizione di una comunità “povera” ma capace di fondare la propria crescita sulle risorse disponibili, umane e economiche, senza creare scarti.

Per meglio rappresentare lo sforzo sinora messo in atto, i rappresentanti della Fondazione sono stati accompagnati nell’azienda della cooperativa sociale “Santa Maria”, partner del progetto, che opera nella prima fase della filiera produttiva. La cooperativa ha rilevato un vecchio podere abbandonato, recuperato alcuni stabili cadenti e con una appropriata ristrutturazione ha realizzato una stalla modello puntando sul benessere animale. I nuovi locali hanno accolto un allevamento suino di tipo semi brado, con sufficienti locali di ricovero e un ampio spazio esterno loro riservato, dove possono muoversi liberamente bruciando le calorie delle alimentazioni, grugnire alla ricerca di cibo (grufolare) e interagire tra loro, come certificano gli esperti. Del maiale, si dice, non si butta nulla. Neanche lo stallatico che, essiccato al sole come si faceva una volta, costituisce il miglior concime naturale sul mercato. Riprende così vita, in un’ottica di economia circolare, un fertilizzante che i giovani della cooperativa utilizzano per migliorare il terreno destinato alla produzione orticola, nell’ampio spazio del podere sostenuto da un moderno impianto di irrigazione a goccia.

La cella per la stagionatura

Facendo proprio il detto “Un popolo senza memoria non ha futuro”, i partner hanno riscoperto antiche tradizioni e buone pratiche, per contrapporsi a un futuro alimentare sempre più proiettato sulle produzioni in laboratorio e su carni provenienti da costipati e forzati allevamenti industriali.

L’azienda, in località Bingia Noas, impiantata fra le querce secolari e i ritmi naturali della vita, viene supportata da esperti dell’allevamento, coadiuvati dal professor Gianni Battacone dell’università agraria di Sassari, mentre il settore orticolo dall’agronomo Stefano Sanna, ex presidente della cooperativa Santa Maria. Con loro, operano in sinergia giovani del posto che hanno scelto di tornare al lavoro nei campi e nell’allevamento, affiancati da detenuti che la cooperativa sociale ha accolto attraverso un protocollo con il Ministero di Grazia e Giustizia perseguendo un duplice obiettivo: formazione e reinserimento sociale. 

Terminata la visita all’azienda agraria, l’incontro è proseguito nello stabilimento di Guspini, recuperato nel vecchio mattatoio comunale in abbandono, dove sono state allestite due linee produttive: trasformazione del suino e ortofrutta. Dotato delle apparecchiature più avanzate, scelte da esperti del settore come il professor Efisio Scanu, che sovrintende tutte le produzioni, lo stabilimento opera con il supporto della biologa Michela Scanu, responsabile anche del laboratorio analisi aziendale, che ne garantisce qualità e freschezza.

Le filiere sono attive da qualche mese: la linea del suino, con guanciale, lonza, pancetta, coppa e salsiccia. E proprio per utilizzare la pregiata carne interamente per le salsicce, come da tradizione, non si producono prosciutti. Il taglio è del tipo manuale, senza aromi aggiuntivi che ne altererebbero il gusto. 

Come nella prima fase della filiera, anche nello stabilimento operano, in concorso con i tecnici, maestranze locali e tre giovani detenuti, due italiani e uno straniero, provenienti dalla colonia penale di Bau (Arbus), formati e assunti sino allo sconto pena per consentire loro di tornare nei luoghi di origine con un bagaglio formativo e umano che faciliterà loro un sicuro reinserimento sociale. 
La visita dell’intera filiera produttiva è terminata con un buffet, dove è stato possibile presentare l’intera gamma produttiva e procedere a un’attenta degustazione, con pieno apprezzamento degli intervenuti.

Più articolata e varia è la linea ortofrutta, con ben trenta prodotti: carciofini, funghi, melanzane, cavolfiori, zucchine sott’olio, per citarne alcuni, e le rispettive creme aromatizzate con piccolissime aggiunte di essenze naturali, che ne caratterizzano il profumo senza alterarne il gusto. Non da meno sono le confetture di limoni, arance, o dei frutti del bosco come i corbezzoli, che si caratterizzano per le produzioni temporali nel rispetto del proprio ciclo produttivo. 

Il comparto orto-frutta

Nel pomeriggio i rappresentanti della Fondazione e i responsabili di Tramas si sono soffermati a discutere sull’andamento finanziario, i programmi prossimi e le azioni poste in atto per una promozione e una commercializzazione dei prodotti che garantisca i dovuti apporti finanziari, considerati anch’essi elementi fondamentali per affrontare il mercato e garantire una lunga operatività e piena occupazione.

Le prime sperimentazioni, che termineranno entro l’anno, fanno presagire già una buona risposta sia nel settore vendita di nicchia sia nell’alta ristorazione.

Intanto da qualche mese, ogni sabato mattina, nello stabilimento, viene aperto lo spaccio aziendale, dove è possibile acquistare tutti i prodotti, il cui valore è commisurato ai prezzi di mercato e sarà reinvestito a beneficio dell’occupazione e al sostegno di nuove imprese che intendono essere parte del progetto sociale, nell’ottica di una più ampia filiera di sviluppo locale e resilienza.

In copertina: sopralluogo da parte del personale della cooperativa Santa Maria

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