Aprile 30, 2024

Le contraddizioni del Governo Nazionale sul sito di Sos Enattos, candidato ad ospitare l’Einstein Telescope_di Tarcisio Agus

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Le contraddizioni del governo,  a settembre  il presidente Draghi annunziava il pieno sostegno  alla candidatura della Sardegna per l’installazione dell’Einstein Telescope nella miniera di Sos Enattos a Lula, con mandato all’Istituto Nazionale di Fisica di preparare il dossier, perché la Sardegna ed in particolare il sito di Lula è in competizione con il sito Euregio Mosa-Reno ai confini con Belgio, Germania e Paesi Bassi. Pur avendo parecchie caratteristiche geologiche e fisiche, una fra tante, il silenzio del sottosuolo, considerato elemento prioritario per l’insediamento dello studio delle onde gravitazionali che ne aumenta la possibile scelta, ma non sufficiente, lo stesso governo, invece che blindare e sostenere con forza il progetto europeo, annunzia di aver approvato il VIA (valutazione di impatto ambientale) per la realizzazione di 13 pale eoliche tra gli altopiani di Bitti, Orune e Buddusò, all’interno del quale si trova anche la miniera di Sos Enattos.

Schema dell’Einstein Telescope

Sembrerebbe di trovarci di fronte al detto evangelico “La mano sinistra non sappia quel che fa la destra”, ma nel nostro caso il tema non riguarda l’elemosina, ma lo sviluppo di un intero territorio con importanti ricadute per l’intera isola. Per cui fa bene il mio caro amico sindaco di Lula, Mario Calia, convocare per il 31 ottobre a Nuoro, Sindaci, Organizzazioni sindacali, Confindustria,  Camera di Commercio, i consiglieri regionali della provincia di Nuoro ed i presidenti dell’ Anci e del Cal Sardegna, per una dura presa di posizione. Non è possibile che il Ministro dell’Ambiente  della Tutela del Territorio e del Mare non conoscesse  ciò che da tempo sostiene il Ministero della Università e Ricerca, dopo che lo European Strategy Forum for Research Infrastructure (Esfri) ha approvato il progetto Enstain Telescope (Et) includendolo nell’aggiornamento del 2021 nella sua roadmap.

Il progetto “Parco eolico Gomoretta” sarebbe dovuto perlomeno essere sospeso, in attesa dell’esito della candidatura, perché se pur lascia fuori il comune di Lula di fatto lo affianca sul versante occidentale compromettendo la principale caratteristica della miniera di Sos Enattos il silenzio del sottosuolo, necessario per il funzionamento dell’interferometro di terza generazione, strumento che permette di studiare  gli effetti di composizione delle onde eletromagnetiche. Le pale eoliche della potenza di 3,465 MW ciascuna, non sono silenziose e le vibrazioni si amplificano nel sottosuolo, già oggi quanto avviene sulla superficie della vasta area che dovrà contenere tre gallerie di 10 km ciascuna è oggetto di ricerca con una rete di sensori che le Università coinvolte stanno monitorando da alcuni anni.

Il progetto di Sos Enattos è la forma più alta di riconversione mineraria e di nuovo sviluppo del territorio e questa deve essere la linea maestra che la Sardegna deve perseguire, non tutto può essere musealizzato ma parte di quelle infrastrutture oggi obsolete possono essere un valore aggiunto per una diversificata riconversione produttiva, così come si sta tentando anche nelle miniere di carbone di Nuraxi Figus. Forse bisogna anche ripensare i parchi eolici perché rischiamo una nuova colonizzazione, oggi ci sono le condizioni perché la Sardegna giochi la carta dell’auto sufficienza energetica, perseguibile con la disponibilità di milioni di metri quadri di tetti di capannoni industriali, di aziende agricole, di immobili pubblici e di privati. Non sarebbe male che i sardi, oltre che essere soggetti consumatori di energia, diventassero anche produttori.

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