Ottobre 7, 2024

Le storiche esclusive del Cagliaritano: perché Gramsci_di Enrico Berlinguer

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“Nella lotta in cui siamo impegnati, nella quale si decide il destino dell’Italia, stanno a sicura guida dei nostri passi l’insegnamento e l’esempio di Antonio Gramsci».

Così ha affermato il segretario generale del PCI on. Enrico Berlinguer, parlando — assieme al sindaco di Cagliari Salvatore Ferrara — dal balcone del Municipio, davanti a 30 mila sardi, per celebrare il 40° anniversario della morte di Antonio Gramsci.

«Breve, troppo breve — ha detto Berlinguer — è stata la vita di Antonio Gramsci, e tragica fu la sua sorte. In una lettera dal carcere alla madre, egli stesso si definì «un combattente chenon ha avuto fortuna nella lotta immediata». E aggiungeva: «Icombattenti non possono e non debbono essere compianti quando essi hanno lottato non perché costretti, ma perché così essi stessi hanno voluto consapevolmente». 

Ma se Gramsci èstato sfortunato nell’immediato, la sua lotta e la sua opera hanno lasciato una traccia profondissima in tutto il movimento o-peraio italiano, nella vita culturale, nella coscienza di milioni e milioni diuomini e di donne. Gramsci ha continuato ad operare anche quando non c’era più. Gramsci è stato con noi durante tutte le battaglie democratiche e civili degli ultimi 40 anni. Gramsci è con noi.

La sua eredità passata — come egli diceva di ogni azione umana — «da una generazione all’altra, in un movimento perpetuo». E la sua eredità vive e fruttifica ancora oggi, nell’animo della gente, della sua e della nostra terra, e nell’animo dei lavoratori e di tutti gli italiani che aspirano alla giustizia, alla dignità, alla libertà.

Gramsci è con voi che lottate — ha detto Berlinguer a Cagliari con accento teso —, con voi operai e contadini che lottate in ogni parte della Sardegna. Gramsci è con voi giovani, studenti, intellettuali, che sognate e volete la redenzione e il riscatto della Sardegna, un’Italia nuova e giusta, un mondo unito, senza più guerre né oppressione. 

E Gramsci parla ancora oggi a tutti gli intellettuali, a tutti i democratici, a tutte le forze del progresso che emergono e si affermano nella società italiana. L’esempio di Gramsci ci esorta tutti a combattere, a non disarmare, a costruire il nuovo».

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