Ottobre 7, 2024

Stefania Masala: parte da Londra il suo “Viaggio in Sardegna”_di Fabio Salis

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Il cuore di un sardo, che sale su un aereo con una valigia in mano carica di sogni e con la speranza di realizzarsi, custodisce al suo interno sempre le proprie origini, gli affetti e i tratti del proprio carattere. Chi parte lascia la propria isola, ma i ricordi della Sardegna non lo abbandoneranno mai.


La parola chiave del recital “Viaggio in Sardegna”, con regia di Patrick Rossi Gastaldi e musiche originali di Cristiano Porqueddu eseguite alla chitarra da Giovanni Martinelli, è proprio “sardità”. La protagonista dello spettacolo è l’attrice e musicista nativa di Sassari, Stefania Masala. Laureata in Musicologia, ha vinto come autrice il Primo Premio al concorso letterario Dessì del 2001 e dal 2000 al 2016 ha recitato con il grande Giorgio Albertazzi in spettacoli, tra i quali “Puccini – d’arte e d’amore”, “Suoni e sonetti”, “Lezioni Americane”, “Il Mercante di Venezia” e in carriera ha collaborato sul palcoscenico anche con Dario Fo, Uto Ughi, Anna Proclemer, Maurizio Scaparro, Antonio Calenda, Daniele Salvo.

Di lei Albertazzi disse: “Ha il piglio di una grande attrice britannica e una presenza scenica speciale”.
“Viaggio in Sardegna”, che debutterà il prossimo 3 novembre al Toulouse Lautrec Jazz Club di Londra, è organizzato dall’Associazione Musicare di Nuoro, che, con il lavoro del direttore artistico Cristiano Porqueddu, si è aggiudicata un bando europeo grazie alla manifestazione internazionale Sardinia Moving Arts, finanziata dalla Comunità Europea e dalla Regione Autonoma della Sardegna. L’associazione si è rivolta ad un gruppo di artisti sardi con l’obiettivo di scrivere opere originali in cui la Sardegna venga “esportata” nel mondo, attraverso un racconto che ritragga i suoi colori e atmosfere.

Stefania Masala con Giorgio Albertazzi


Masala compie, attraverso il suo monologo, un vero e proprio viaggio nell’Isola dei Sardi, dal punto di vista dei più importanti intellettuali europei che la visitarono, scoprendone le sue caratteristiche, a partire dall’Ottocento. Il titolo dello spettacolo è tratto dal resoconto di viaggio scritto da Alberto La Marmora nel 1826, un esempio per tutti i successivi viaggiatori.


Va in scena l’animo sardo che viaggia in un ambiente antico e selvaggio, in cui il percorso si caratterizza per la solitudine dello smarrimento, ovvero la sensazione di essere in un luogo senza volerci stare e di volerci stare quando invece si è lontani. Questo smarrimento e allo stesso tempo consapevolezza si ritrovano anche nelle parole della lettera che Gramsci scrisse dal carcere al fratello e di Salvatore Satta. A questo punto lo smarrimento rappresenta per Masala una bussola per risalire alle sue origini e si affiderà alle parole di altri “naviganti”, quali Elio Vittorini, D.H. Lawrence, Antonio Gramsci e Gavino Ledda.

Lo scrittore e critico teatrale Franco Cordelli ha scritto un suo giudizio sul testo del recital: “Questo Viaggio in Sardegna è fisico e mentale, geografico e sentimentale, musicale e letterario, teatrale. Scandito in sei soste, approda alla Terra, all’Umanità, all’Ebbrezza, alla Pietra, alla Lingua, al Canto, per poi congedarsi da noi. Aggiungo, io, due soste, in verità ci sono ma non sono dichiarate: Corpo e Ambiente”.


Stefania Masala ha sottolineato il suo rapporto con la Sardegna, un “labirinto” dal quale ha cercato di “scappare”, ma che porterà dentro di sé per sempre: “Sono scappata dalla Sardegna per non restarne prigioniera. Lei però non ha abbandonato me. Ho ritrovato tante cose delle mie origini, della mia famiglia e dei miei affetti, perfino del mio carattere, perdendomi tra le pagine di questi autori. Viaggio in Sardegna è un testo che rispecchia le mie malinconie, i miei slanci, la voglia di essere “diversa”, facendomi scoprire di essere invece più “sarda” di quanto avessi immaginato”.


Un elemento interessante che caratterizzerà l’aspetto estetico dello spettacolo è il fatto che la protagonista salirà sul palco con uno smoking “in stile sardo”, un forte richiamo agli stilemi dei costumi tradizionali, realizzato da Luciano Erittu e Franco Marras, consulenti d’immagine e fondatori di “Fle’m Lab”.

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