Luglio 27, 2024

E la faziosità del racconto regnò sovrana _di Massimiliano Morelli

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Quel “bravissimo!” esternato con enfasi nel finale di gara dalla coppia televisiva delegata per “riportare” la cronaca di Cagliari-Milan è la ciliegia sulla torta della faziosità, che regna sovrana quando c’è da raccontare le partite di pallone. Il platinato esterno di fascia dei rossoneri era appena entrato in scivolata su un antagonista rossoblù lanciato in contropiede, e l’esaltazione delle voci narranti era diventata perfino da apoteosi, nulla in confronto all’urlo per il gol di Bennacer.  

La parzialità del racconto di sabato sera è poi puntualmente sottolineata da chi, da bordocampo, potrebbe raccontare cosa ha mangiato a pranzo l’allenatore milanista, mentre dall’altra parte si procede a supposizioni. Basti pensare a quando fanno sapere che Mazzarri sta per sostituire l’acciaccato Bellanova, che invece non è acciaccato e a uscire sarà Dalbert.

Ma l’irrealtà del racconto viene scavalcata quando nel commentare la sfida, eminenze grigie assicurano che se quel pallone nel finale di gara avesse dato al Cagliari il pareggio e non la iattura d’una traversa, sarebbe stata una beffa per gli ospiti. “Non sarebbe stato giusto”, sentenziano da studio. Frasi a “effetto”, che fanno come le macchine a scontro al solo pensiero di qualche partita fa, quel Cagliari-Napoli dominato dalla squadra di casa e pareggiato a uno spicciolo di tempo dal triplice fischio dai campani.

In quel caso, per commentare il pareggio di Osimhen, le sentenze da studio erano state altre e il claim risuonava cosi: “Il gol del Napoli è la fotografia della squadra cinica, che sa soffrire e che poi tira fuori la rabbia”. E nessuno aveva battezzato quel gol con la parola “ingiustizia”. Peccato, potevamo avere una stampa migliore e cronisti meno faziosi. Ma in Italia funziona così…

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