Aprile 26, 2024

Prevenzione e sensibilizzazione sul gioco d’azzardo: intervista a Graziella Boi, direttrice del Dipartimento di salute mentale e dipendenze del Sud Sardegna_a cura di Fabio Salis

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Il gioco è, per definizione, un’attività di intrattenimento ed intrinsecamente motivata, svolta con una finalità ricreativa. Si tratta di uno strumento che nasce dall’alba dei tempi e che l’essere umano porta ancora con sé, un comportamento gratuito che viene attuato per il piacere che si ricava e non in ottica di una remunerazione.


Tuttavia a volte è proprio la sensazione di diletto e ricerca del piacere ad ogni costo che spinge ad osare: da qui nasce il gioco d’azzardo, che, a differenza del semplice gioco, ha come principale componente la finalità di lucro, in riferimento alle scommesse sull’esito di un evento futuro. In questo caso i concetti di vincita e di perdita diventano aleatori.


Nel momento in cui l’impulso del piacere che deriva dal gioco diventa incontrollabile, fino ad incidere non solo sul “portafoglio” del giocatore, ma anche sulla sua vita lavorativa, familiare e sociale, allora si parla di ludopatia (o gioco d’azzardo patologico). La salute psicofisica risulta dunque fortemente danneggiata e purtroppo anche nella nostra isola il fenomeno legato ai giocatori d’azzardo patologici risulta preoccupante.


Abbiamo affrontato la tematica, che è anche connessa con l’abuso di alcol, assieme alla dottoressa Graziella Boi, direttrice del DSMD- Zona Sud e Direttore del Centro per il Trattamento dei Disturbi Psichiatrici correlati ad Alcool e Gioco d’Azzardo Patologico.


Dal 3 all’8 ottobre, si è svolta alla Fiera di Cagliari la settimana di formazione e prevenzione del gioco d’azzardo patologico, organizzato dal Dipartimento di Salute mentale DSMD- Zona Sud e dal Centro per il Trattamento dei Disturbi Psichiatrici correlati ad Alcool e Gioco d’Azzardo Patologico della ASL di Cagliari, con il supporto di ARES Sardegna e il patrocinio del Comune di Cagliari, in collaborazione con l’Istituto comprensivo di via Stoccolma a Cagliari e l’Istituto comprensivo di Pirri 1 e 2.

Il numero di giocatori che sviluppano dipendenza dal gioco d’azzardo risulta allarmante. Il fenomeno riguarda in pieno anche la Sardegna.

“Sono circa 600 i pazienti che si sono rivolti ai nostri servizi, ma si tratta di un numero sottostimato, che non corrisponde a quello effettivo di chi ha bisogno di aiuto, perché c’è ancora grande stigma, pregiudizio nell’ammettere di avere un problema. Il meccanismo delle ludopatie è simile a quello di chi entra nel tunnel della dipendenza da sostanze stupefacenti, di qualunque tipo essa sia. Oggi si vede tra l’altro l’esordio sempre più pericoloso delle smart drugs, le nuove droghe che sono ancora più pericolose.

Il gioco d’azzardo patologico è assimilabile ad una dipendenza senza sostanza, ma comportamentale, che va affrontata con molto tatto, ma soprattutto con una prevenzione che inizi in età giovanile.

Durante la settimana di formazione e prevenzione del gioco d’azzardo patologico, gli studenti delle scuole sono stati coinvolti in laboratori, iniziative e hanno potuto confrontarsi con psicologi ed esperti sul tema.

“Abbiamo dedicato il nostro lavoro a più di quattromila ragazzi in tutta la Sardegna, una full immersion in cui hanno potuto vedere che ci si può divertire in altro modo, senza cadere nella spirale del gioco. Abbiamo visto che durante la pandemia molte persone hanno giocato on-line e in tanti continuano e questo è un altro motivo per cui il numero di pazienti è sottostimato. Per combattere ciò è fondamentale fare prevenzione sin dalla giovane età.

La nostra speranza è che con la nuova pubblicità che partirà nelle tv locali e con il riconoscimento del nostro numero verde la gente finalmente inizi a rivolgersi a noi e a chiedere informazioni. D’altro canto, il servizio è gratuito. Il nostro obiettivo è dare le prime risposte alle persone che non sanno ancora di essere dentro il tunnel e quindi fare una prevenzione a largo spettro, che inizia proprio da queste centinaia di giovani qui alla fiera.”

L’insorgere della dipendenza dal gioco d’azzardo comincia a manifestarsi attraverso dei segnali e comportamenti ben specifici.

“È presente il desiderio di continuare a giocare ancora di più non solo nella speranza di ottenere più vincite, ma anche perché devi continuamente far salire l’asticella per provare ancora più piacere, esattamente come succede con le sostanze. Inoltre, sono presenti dei sintomi neurovegetativi, come l’ansia somatica, che si ripercuote su organi e apparati, l’insonnia, oltre a delle distorsioni neurocognitive che portano il giocatore ad entrare sempre di più nella dipendenza, tra cui la convinzione di non poter sempre perdere e di iniziare prima o poi a vincere qualcosa. La patologia diventa grave una volta che si struttura come dipendenza comportamentale.”

Spesso la ludopatia e l’eccessivo e smisurato consumo di alcol vanno spesso di pari passo. Chi beve anche in maniera moderata mentre gioca d’azzardo, tende a giocare più a lungo e a spendere più soldi.

“La prima sostanza che coesiste con il gioco d’azzardo è senza dubbio l’alcol. Non dobbiamo criminalizzare l’assunzione di bevande alcoliche, ma farlo quando esse diventano lo strumento per trovare anche qui dei piaceri che poi finiscono per stratificare la vita del soggetto stesso, portandolo quindi ad una schiavitù che è molto pericolosa. Al giorno d’oggi a volte i bambini iniziano a bere anche prima dei dieci anni, spesso purtroppo tra le mura domestiche.”

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