Marzo 29, 2024

I grandi del basket isolano con Nando Mura alla presentazione del nuovo libro “A canestro dal 1924” _di Sergio Demuru

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Un tuffo nel passato. Nando Mura ha riunito la miglior generazione del basket cagliaritano per una giornata dal sapore antico e che aveva come motivazione principale la presentazione del libro redatto dallo stesso giornalista dal titolo “A canestro dal 1924-Il basket sardo racconta”. Tanti appunti e vignette che hanno tutti un percorso di verità. Tante foto e autorevole prefazione di Meo Sacchetti, il coach della Dinamo campione d’Italia nel 2015. Nella splendida cornice del nuovo impianto dell’Esperia si sono riviste facce note, sicuramente segnate dal tempo che avanza inesorabile, ma che anche per questa ragione racchiudono un fascino discreto. A testimonianza di una pallacanestro di livello che nel capoluogo oramai è solo un triste ricordo.

Anni difficili, alla ricerca costante di uscire dalla mediocrità, che hanno prodotto però una gioventù capace di emergere prima individualmente con le convocazioni in Nazionale maggiore di atleti come Claudio Velluti o Silvana Lenzu, ma anche a livello di collettivo con le gesta dell’oramai celeberrimo Brill Cagliari, capace di aver ragione seppur in attimi fuggenti di armate (quasi) invincibili quali Ignis Varese e Simmenthal Milano. Didascalie scelte con cura e riportate con dovizia di particolari.

Tante storie, aneddoti, costruiti ed inseriti in un contesto a portata anche di chi il basket lo ha vissuto marginalmente o anche da chi non lo ha vissuto per niente. Ed ecco che sono comparse come in una telenovela le figure di uomini oramai attempati, che hanno detto la loro nel corso degli anni. Anche in funzione di allenatori o addirittura dirigenti, trasferendo con sagacia ai giovani esperienze di vita vissuta personalmente sul campo. In primis merita la copertina Claudio Velluti, colonna in quegli anni oltre che del Brill Cagliari anche del Simmenthal Milano e della Nazionale, ma non solo, ha dato al basket anche due figli che si sono esibiti a discreti livelli. Marco e Simone non hanno raggiunto i traguardi del papà, ma si sono fatti valere nelle categorie inferiori.

E come dimenticare Tore Serra, che la Nazionale l’ha sfiorata, ma che per anni è stata una colonna pure dell’Esperia nel contesto di una rivalità sportiva che in quegli anni era particolarmente sentita. Ora è presidente della FIP a pieno diritto e con le conoscenze che derivano dall’esperienza maturata in prima persona. Si sono rivisti in passerella Piero Rigucci, romano trapiantato in città, Beppe Correddu, un giocatore senza grandi caratteristiche fisiche districatosi fra i giganti della massima serie. E Sandro Spinetti, anch’egli proveniente dalla Capitale, ma che seppe inserirsi in Sardegna talmente bene da non andarsene più. La lista è lunga e la partecipazione ha pienamente soddisfatto l’autore del libro, in difficoltà nel costruire una scala gerarchica atta alla bisogna.

C’è bisogno di rinvangare il passato per tenere accesa la fiammella del basket. Dopo gli anni del Brill non si è più assistito purtroppo a campionati di quella portata, nonostante negli anni in tanti abbiano provato a risalire ed imporsi. È anche vero che manca la materia prima, quel vil denaro che a quei tempi poteva essere attinto dalla casse della SIR che agiva all’esterno. E come dimenticare chi non c’è più, la vita purtroppo ha regole ferree ed inoppugnabili. Da Mario Vascellari a Nene Firpo, per passare a Danilo Nanni e Steve Puidokas, giusto per citare i nomi più altisonanti. O forse c’erano e si godevano la festa, anche la loro, da un’altra dimensione.

Foto di copertina di Andrea Chiaramida

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