Maggio 3, 2024

Cecilia Nonnis: una lezione sulla Vitamina D_di Simonetta Columbu

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Quanto sappiamo sulla vitamina D? Ce ne parla l’endocrinologo, la dottoressa Cecilia Nonnis.

La ringrazio di darmi l’opportunità di parlarne, è da anni ormai che mi occupo di Vitamina D e più passa il tempo più prendo consapevolezza della sua importanza per la nostra salute. Dagli ultimi dati a disposizione emerge che la carenza di Vitamina D colpisce circa l’80-90% della popolazione.

Intanto, cos’è la vitamina D?

La Vit D è un micronutriente fondamentale per il nostro organismo, è un pro-ormone che viene prodotto dalla nostra pelle durante l’esposizione al sole dal diidrocolesterolo per azione dei raggi ultravioletti, i cosiddetti UVB, che lo trasformano in colecalciferolo, forma inattiva della Vitamina D che va a depositarsi nel tessuto adiposo e a seconda dei bisogni dell’organismo viene trasformata attraverso fegato e rene nella forma attiva, il calcitriolo, pronto per le diverse azioni che essa dovrà svolgere.

Perché la Vitamina D è così importante per il nostro benessere?

È una grande amica della nostra salute fisica e mentale, le sue azioni sono molteplici ed agisce a vari livelli, si pensi che gran parte delle cellule del nostro organismo contengono recettori per questa vitamina e recentemente si è visto che, se serve, possono anche attivarla.

Con la Vitamina D ci vengono subito in mente le nostre ossa, ci spiega qualcosa?

È vero, è da tutti conosciuta la grande importanza che essa riveste per la salute delle nostre ossa. La Vitamina D accompagnata da un giusto apporto di calcio con la dieta, favorisce la formazione di nuovo osso e regola il metabolismo del calcio intervenendo nella prevenzione dell’osteoporosi, malattia che oggigiorno affligge gran parte della popolazione anziana, soprattutto le donne. Questo succede perché, in carenza di Vitamina D, il calcio introdotto con gli alimenti non viene assorbito dall’intestino e diventa pericolosamente basso nel sangue, l’organismo cerca subito di rimediare spostando il calcio dalle ossa e riportandolo in circolo. In questo modo il calcio si normalizza, l’equilibrio del nostro organismo è salvo, ma a farne le spese sono le ossa che vanno incontro ad osteoporosi. Per evitare ciò dobbiamo fare in modo che i livelli di Vitamina D nel sangue siano sempre ottimali consentendo un adeguato assorbimento del calcio.

La Vitamina D ha anche altre funzioni?

Si, essa fa in modo che non solo le ossa, ma tutto il nostro apparato muscolo-scheletrico si mantenga prestante e tonico. Protegge infatti la salute dei muscoli, la perdita di massa magra, da forza e performance. Ricordo che la debolezza muscolare è causa di cadute e favorisce le fratture nelle ossa osteoporotiche. La frattura del femore negli anziani è un fatto molto grave, 1 su 5 muore a un anno dall’evento.

Cos’altro fa per noi la Vitamina D?

La sua principale sfera di influenza dopo quella sul metabolismo del calcio, riguarda il potenziamento del sistema immunitario. La carenza di Vitamina D e il conseguente indebolimento dell’immunità, provoca una maggiore suscettibilità alle infezioni, una minore protezione dal rischio di tumori e l’insorgenza di malattie autoimmuni.

Può dirci dei tumori?

La protezione dai tumori avviene aumentando la capacità del sistema immunitario di intercettare e distruggere le cellule anarchiche tumorali. Recenti studi associano valori di Vitamina D in circolo maggiori di 60 ng/ml a una riduzione di incidenza del tumore al seno di circa l’82%, chi ha invece valori minori di 20 ng/ml sembra essere ad alto rischio. 

Come possiamo fare affinché il nostro organismo ne abbia sufficienza?

Oggi le nostre vite si svolgono soprattutto al chiuso: casa ufficio macchina o bus palestra ristorante cinema e l’esposizione solare è inadeguata, non solo, ma qualora decidiamo di esporci ci spalmiamo di creme con filtri vari che impediscono ai raggi ultravioletti B (UVB) di agire e addio sintesi di Vitamina D. Per parlare di cose pratiche dobbiamo sapere che il fabbisogno giornaliero di Vitamina D è di circa 2000-4000 UI. Per raggiungere queste quantità dovremo esporre quotidianamente viso, braccia e gambe per almeno mezz’ora durante le ore di punta quando i raggi solari hanno l’inclinazione giusta. Come ho detto prima, le nostre abitudini ci impediscono di raggiungere livelli plasmatici ottimali di Vitamina D che sono di circa 30-40 ng/ml per la protezione delle ossa, ma insufficienti se si vogliono sfruttare anche le azioni extra-scheletriche, per le quali i valori devono arrivare almeno a 60-80 ng/ ml.

Se le nostre analisi rilevano una Vitamina D insufficiente come possiamo assumerla? Ci sono alimenti che la contengono?

Purtroppo la quantità di Vitamina D assunta con gli alimenti può arrivare a un massimo del 10-20% del fabbisogno. L’olio di fegato di merluzzo e il salmone sono gli alimenti che ne contengono di più, ma non fanno parte della nostra dieta, per il resto le quantità contenute nei pesci in genere, fegato e carne sono veramente scarse. Per fortuna oggi esistono vari integratori, i più usati sono a base di Colecalciferolo , Vitamina D3 inattiva, praticamente priva di effetti collaterali, che può essere assunta per bocca alle dosi di 3000-4000 UI al giorno o in fiale mensili da 100.000UI. Ricordiamoci sempre dell’indispensabile apporto di calcio con la dieta assumendo quantità adeguate di latte, latticini e acque ricche di calcio.

Dottoressa, ci ha detto che le creme con filtro solare bloccano la formazione sulla pelle della Vitamina D, quindi sarebbero in parte responsabili della sua così diffusa carenza?

Purtroppo l’uso delle creme con filtro solare impedisce di fare le scorte estive di Vitamina D. Teniamo presente che se la crema ha un fattore di protezione 30, non passano gli UVB, che sintetizzano la Vitamina D e se ne blocca la produzione del 99%, con un fattore 8 va un po’ meglio ma non molto, il blocco è del 90%. L’abitudine a proteggersi dal sole è nata dalla paura del melanoma, sulla pericolosità dei raggi solari nei confronti di questo temibile tumore è stato fatto vero e proprio terrorismo. Negli anni ‘50, quando la gente viveva molto più all’aperto, questo tumore era quasi sconosciuto. Dagli anni ‘60 (anni in cui è iniziato l’utilizzo di creme con i filtri di protezione) ad oggi, la sua incidenza si è quasi triplicata per cui pare non ci sia stata una prevenzione. Tutti gli studi inoltre mettono in evidenza che questo grave tumore colpisce soprattutto chi lavora al chiuso e non marinai e contadini che stanno quotidianamente all’aperto, ed è frequente in zone che non prendono sole come le ascelle e l’inguine. Insomma dire che non bisogna esporsi al sole per il rischio di un melanoma e come dire che non si deve fare un corsetta per il rischio di un infarto. È ovvio che in tutti e due i casi i benefici superano di gran lunga i rischi. Per quanto riguarda poi la protezione dall’invecchiamento della pelle e la comparsa di rughe, c’è da dire che purtroppo solo ultimamente le creme e non tutte, contengono filtri anche per gli UVA, raggi ultravioletti che penetrano più in profondità e non producono Vitamina D, quindi le persone “incremate” pensando di essere al sicuro, stanno al sole molto più a lungo, non protette da questi raggi, che è vero non provocano scottature, ma rispetto agli UVB che sintetizzano la Vitamina D, sono inutili, e in più potenzialmente dannosi per l’epidermide. 

E quindi come possiamo proteggerci dalle scottature senza ostacolare la formazione della preziosa Vitamina D?

Il nostro organismo ha un filtro naturale per gli UVB, è la melanina. Se ci esponessimo al sole gradualmente, poco per volta, dando alla nostra cute il tempo di produrla saremo adeguatamente protetti da arrossamenti e scottature e potremo sintetizzare Vitamina D a sufficienza. Mantenere al mare la nostra pelle in forma non è difficile, basterebbe, alla fine della nostra giornata in spiaggia, utilizzare un buon dopo sole idratante, bere molta acqua e fare scorta di antiossidanti mangiando frutta e verdura. 

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