Maggio 2, 2024

Erminio Cara: poeta, non solo guspinese_di Tarcisio Agus

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Erminio Cara, stimato maestro elementare della nostra comunità, sensibile e profondo poeta amante della vita, in silenzio, senza disturbare alcuno, ci ha lasciato.

Il maestro Cara nasce a Siurgus Donigala nel 1924, arriva a Guspini negli anni 50 e svolge con passione la sua attività di insegnante elementare sino al 1985, anno della quiescenza.

Uomo mite di modi gentili e cortesi, quasi proveniente da altri tempi. Dal 1987 diede vita  ad una  lunga ed apprezzata opera letteraria, ricordo alcuni tra i suoi  volumi: Itinerari; Suoni e ritmi; Il sole tra le mani; Trasparenza e voci; Cronaca della memoria; Testimoni del tempo (nella seconda edizione il testo è in francese, lingua a lui cara che ne esaltava ulteriormente la personalità).

Nella sua vasta produzione sono ancora la raccolta di testi dedicati, come: Le notti con Qohelet, il libro più sconcertante della Bibbia, composto da 12 capitoli sulla vita, molti dei quali caratterizzati da forte pessimismo e rassegnazione che il maestro Erminio  cerca di sfatare con le sue brevi liriche, così si legge nella seconda parte della sua presentazione al volume composto da 28 liriche: “ La lettura di Qohelet, nel silenzio notturno, quasi per contrapposizione alle sue affermazioni, mi ha spinto a scrivere queste brevi liriche per spalancare una visione di fiducia sulla vita e sulla morte che sia valida “Speranza” di una esistenza eterna per “… quel Soffio immortal che mai non cessa”.

Interessanti e profonde sono anche le liriche  dedicate a Karol Wojtila, a Papa Giovanni Paolo ed a Martin Luther King: I have a dream (Ho un sogno). Pacifista per sua natura, diversi recensori ne ammirano la profonda cultura  e  Daniela Donati Guerrieri così scrive: “taluni testi di Erminio Cara ricordano da vicino la potenza lirico espressiva della grande poesia greca”, ma nella sua prefazione al volume Orsa Minore del 1997,  ricorda anche che nelle opere del Cara  “non sarebbe difficile rintracciare altresì una affinità ideale con i maestri della lirica classica italiana, dal Leopardi al Pascoli,…”. La sua opera, apprezzata al livello nazionale, ha visto numerose poesie inserite in prestigiose pubblicazioni come in “Storia della Letteratura dell’ultimo 900”  o “Storia della letteratura – Il secondo novecento”, così come è presente nel “Nuovissimo Dizionario di Autori scelti”. Fra le fatiche più recenti Erminio Cara pubblica “Armonia”, una raccolta di poesie scelte che dedica “A tutti i Guspinesi per la cordiale accoglienza da oltre cinquant’anni”.  L’Editore di Cronache Italiane  nella prefazione ricorda  che “Il famoso e rinomato critico Leonardo Selvaggi dedicò alla poesia del nostro Cara ben cinque pagine dell’Antologia “Sezione Aurea”, volume I, edita da Cronache Italiane nell’anno 2009”. Nella stessa prefazione così scrive: ” I suoi versi, sempre teneri, caldi e ispirati, con un ritmo cadenzato e suggestivo, mai forzato o costruito, assolutamente inconfondibile, lo hanno reso particolarmente caro a noi ed agli amanti della poesia vera. Il suo è un dialogo dell’anima fatto di amore e di speranza, con fede incrollabile e ben definita”.

Credo che valga la pena soffermarsi per scoprire il pensiero dell’umile e profondo poeta.

Personalmente ho avuto modo di dialogare con lui e ricevere incoraggiamento e conforto, in particolare quando nasceva e moriva il “Centro di Alta riabilitazione” a me tanto caro, fonte di tante gioie, emozioni e speranze  umane, ma anche di infinito dolore. Ricordo l’ultimo libro che mi donò “Memoria e Canto” e la sua amata dedica che ancora mi accompagna: “Mai ti spaventi l’altezza del traguardo”. Con grande stima Erminio. Guspini 15 agosto 2013.

Delle sue opere ho scelto di farvi conoscere  “Notti con Qohelet”, mi pare sintetizzi il suo amore per la vita, la sua profonda spiritualità e  dove la morte, per lui,  è solo il passaggio per la nuova alba.

 Notti con Qohelet

Quando la stanca mente

– per inutili percorsi in pieno sole –

a te Qohelet s’accosta prestamente

per lenir la pena, il cuore duole.

Le tue parole mi spingono a pensare

che la speranza tua è certo corta

che, come agnello ripete il suo belare,

la cantilena tua è senza scorta.

“Tutto è vanità” – dicono le tue carte –

“Godiamoci la vita!”.

Ma squarci il cuore e preme la ferita

per la gioia perduta e senza speme.

Ma l’alba nuova, che portò il mio Cristo,

pur nel tormento all’anima, rileva

che col suo legno e non con il tuo cisto

raggiungeremo ciò che il cuor anela.

Più non mi angoscia il buio della notte

che, all’alba, il canto tuo si fa più fioco.

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