Dicembre 14, 2024

San Nicolò a Guspini: il Duomo dei Re_di Antonio Massa

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Bello e intrigante appare lo studio condotto da Tarcisio Agus, che intende ricostruire lo sviluppo della religiosità e della spiritualità della gente guspinese. Questa corre intrecciata all’evoluzione politica, economica, sociale.

Gli storici si adoperano a ricostruire le origini e lo sviluppo della nostra cittadina guspinese lungo i secoli. Abbiamo una notevole mole di notizie che ci danno conto dell’antica dominazione romana, quindi della presenza bizantina e poi, a seguire, i pisani, i catalani e via di seguito fino ai più recenti Savoia.

Appare quindi carica di suggestione l’interrogazione posta dall’autore ai dati archeologici disponibili e alle testimonianze documentali, per ricavarne, sulla base di questi reperti piuttosto esigui e frammentari, una sorta di storia dello spirito guspinese.

A cominciare dall’ipotesi di un antico tempio pagano, pur modesto nelle sue dimensioni. La religiosità, non ancora permeata dell’annuncio cristiano, si esprimerebbe nel culto del dio Plutone, mutuando dalla religiosità romana devozioni e dediche.

Frammento di lucerna cristiana da “Is Arais” del VI secolo.

Originale, e ancora poco esplorata, appare la devozione a S. Barbara. Mentre nei centri viciniori (Gonnosfanadiga e Villacidro) questa ha mantenuto la sua vitalità, testimoniata anche dal patronato ancora vigente di questi due paesi. Ma l’antico interesse dei romani per l’estrazione mineraria in questo territorio ha certamente dato forma all’economia e quindi anche alla religiosità dei guspinesi. Così che la penetrazione della religione cristiana anche da noi ha trasformato l’antica devozione al dio pagano, indirizzandola alla figura allora più venerata da chi aveva a che fare con le asprezze del lavoro sotto terra e i pericoli di incidenti. 

Poco importa se le referenze storiche della santa sono scarse, e gli storici esprimono perplessità e dubbi. Ma è interessante che una comunità si apra, nelle sue fatiche, ad un riferimento celeste. Ed esprime questa sua confidente devozione creando storie, narrazioni, leggende, che danno espressione alla sua spiritualità.  La vita economica e sociale respira aria di spiritualità bisognosa di protezione che si affida alla protezione dei santi, vicini a Dio.

Intanto l’influenza bizantina, che colma provvisoriamente il vuoto di potere creatosi in Sardegna, lascia il suo segno nella Chiesa di S. Maria. Monaci bizantini e quindi altri che si succedono

seguendo la spiritualità già di timbro gerosolimitano, quindi benedettino, si sistemano ai margini del paese nascente, affiancandolo e assistendolo spiritualmente.

Campana giudicale – Particolari degli emblemi d’Arborea e d’Aragona.

Muta l’assetto economico produttivo, rivolto successivamente soprattutto all’allevamento e al lavoro nelle campagne. Si fan- no più pressanti le incursioni moresche, nonché le ondate epidemiche.

S. Sebastiano è quindi invocato contro le pestilenze. Intanto S. Nicola si pone come faro protettore contro i nemici che vengono dal mare. È il tempo in cui si afferma la consuetudine del pellegrinaggio a Santiago di Compostela, nelle Asturie spagnole. I dominatori catalani se ne fanno promotori in Sardegna.

I due volti che segnano la facciata della nostra Chiesa sono testimonianza dell’attenzione rivolta dai regnanti dell’epoca per il nostro territorio, minacciato dalle invasioni musulmane.

Il culto a S. Nicolò lascia il segno imponente nella sua chiesa a Guspini. L’intrigante trama disegnata da Tarcisio Agus nella sua ricostruzione è carica di fascino. Le sue ipotesi e congetture meritano ulteriore approfondimento, da parte di chi vorrà inoltrarsi nello studio di documenti e di reperti archeologici. Ma certo suggerisce una considerazione per noi interessante: la storia di Guspini è storia di vicissitudini economiche, politiche, sociali, militari, sanitarie. Ma il tutto è intessuto e animato dalla storia dello spirito, della spiritualità e religiosità guspinese, Questa ha potuto dare ispirazione, energia, conforto alla popolazione che ha dovuto affrontare man mano, nel succedersi dei secoli, le fatiche e le speranze della nostra gente.

Lingotto con il marchio IMP (peratoris) CAES (aris) HADR (iani) AUG (usti), con l’indicazione ponderale CXXVIII

Così oggi possiamo riscoprire le radici, profondamente radicate nella sua storia, della religiosità dei guspinesi. Resta il monumento imponente e solenne, carico di storia, della Chiesa parrocchiale di S. Nicolò, per la quale, opportunamente, Tarcisio Agus rivendica il titolo di “Duomo”. Da parroco sostengo con convinzione questa nobiltà di attribuzione.

Se queste sono le radici che hanno dato vita al tessuto sociale di Guspini e alla sua religiosità, sono convinto che esse manterranno il loro ruolo nell’alimentare ancora la fede cristiana che anima il presente e si apre al futuro della comunità guspinese.

La Chiesa di S. Nicolò resta al centro, non solo urbanistico, ma anche e soprattutto spirituale della gente di Guspini.

Don Antonio Massa Parroco del Duomo

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