Perché reciti? di Jean Nouvel Casali
Un giorno di qualche anno fa, ad un seminario sulle tecniche di recitazione il regista che teneva la cattedra mi fece questa domanda…”PERCHÉ RECITI??”
E seppure si trattasse della domanda più ovvia che chiunque potesse fare ad un attore, la stessa mi lascio’ interdetto…risposi allora di pancia…
“Per colpa di Amedeo Nazzari!!!”
Il regista si guardo’ allora con il fratello (regista anche egli) e iniziarono a prestarmi tutta l’attenzione del mondo…iniziai dunque a raccontare quale colpa il buon e compianto Amedeo potesse aver avuto nella mia vita!
Risparmiandovi il curioso racconto, il succo della storia era che Amedeo Nazzari e il mio amato e omonimo nonno si contendevano il ruolo da protagonista in un lungometraggio dei primi anni 40’. Scelsero il Nazzari!!! E lo scelsero per motivi che esulavano dalla semplice bravura…mio nonno se ne torno’ mestamente a La Maddalena, sua isoletta natia, vedendo spegnere ogni giorno di più la fiamma di quella grande passione che gli bruciava dentro mentre il buon Amedeo da quel momento spicco’ il meritato volo. Mio nonno smise di studiare recitazione e ritorno’ alla sua quotidianità fatta di famiglia, lavoro, pochi soldi e ancor meno sogni. In sostanza, da nipote primogenito sentivo il dovere di vendicare quel delitto!!! Mio nonno era stato più bravo di Amedeo ma presero il Nazzari semplicemente perché portava in dote degli sponsor. Avrei dovuto far giustizia alla faccenda in in qualche modo…in qualche modo sarei riuscito a far sapere a tutti che grande attore fosse stato il mio amato nonnino!!! E il modo migliore che trovai fu quello di portarlo su un palco insieme a me!
Quello fu in effetti il primo vero motivo che mi indusse ad approcciarmi al mondo della recitazione…cercare il talento di mio nonno dentro me ed essere specchio della sua infinita sensibilità…non credo di esserci mai riuscito…se non in parte…su un palcoscenico come dietro una macchina da presa…anche perché con il tempo, lo studio, l’amore e la passione per la recitazione quel bisogno si e’ trasformato in incosciente rispetto! Rispetto per i grandi che hanno scritto la storia del teatro e del cinema e per gli ancora più grandi che l’ hanno interpretata. In cosa consiste allora l’incoscienza…nell’ammissione di un limite che ogni volta deve essere superato! In ogni prova, in ogni battuta…in ogni vuoto che senti nello stomaco quando ti spogli di te stesso per saltare dentro un altro…un giorno un grande regista mi fece un grande regalo! Mi spiego’ la differenza tra due attori che aveva avuto su un Set…mi disse che quello meno bravo cercava di portare il “personaggio” nella vita di tutti i giorni…quello più bravo invece cercava di spogliarsi di tutto se stesso per diventare il “personaggio”…nella sottile differenza c’è’ in realtà uno sforzo immane! Un viaggio interstellare…Uno spogliarsi e svuotarsi completamente per indossare nuova vita…un morire per rinascere ancora…
Allora…Perché recito? Forse…semplicemente……perché credo nell’Aldila’…